mercoledì 21 novembre 2012

Pensioni: italiani pessimisti. Attesi assegni bassi


Pubblicato il 17 nov 2012 da Renato Marino
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Secondo un’indagine del Censis gli italiani temono per la propria pensione futura, ma anziché affidarsi alla previdenza complementare, il 70% dei lavoratori predilige forme di risparmio diverse. Degli 11,6 milioni di cittadini che prendono la pensione di vecchiaia, più di 4 milioni beneficiano di un assegno pensionistico inferiore a 1.000 euro (il 35%). Tra loro, 741mila prendono meno di 500 euro al mese. La ricerca realizzata dal Censis per la Covipvorrebbe “Promuovere la previdenza complementare come strumento efficace per una longevità serena”.
Quella serenità che agli italiani appare sempre più lontana se è vero che il 46% degli occupati crede che affronterà una vecchiaia di ristrettezze. Il 34% dei lavoratori ha paura di perdere il lavoro e di rimanere senza contribuzione e il 25% d’essere costretto a una contribuzione intermittente. Il 19% degli intervistati sa che avrà problemi a costruirsi una pensione pubblica, ma anche una integrativa. Il tutto contornato dai continui cambiamenti legislativi che non fanno che aumentare timori e ansie per il futuro: per l’84% dei lavoratori la previdenza cambierà ancora.
Più nei dettagli dallo studio del Censis emerge che in generale gli italiani credono che percepiranno una pensione media uguale al 55% del proprio reddito attuale. Un quarto dei lavoratori crede che avrà una pensione inferiore al 50% del reddito e il 43% che percepirà al massimo tra il 50% e il 60% del reddito.
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I dipendenti pubblici attendono una pensione pari al 62% del reddito, i privati uguale al 55% e gli autonomi al 51% del loro reddito attuale. I giovani tra i 18 e i 34 anni calcolano che avranno una pensione pari al 54% del loro reddito, i lavoratoti più anziani pari al 60%.
Previdenza complementarequesta sconosciuta. Ne parlavano ieri: il sistema di pensioni integrative in Italia è al palo per diversi motivi. Innanzitutto economico: il 41% dei lavoratori arriva a stento a fine mese e non può permettersela; il 28% poi semplicemente non si fida; il 19% si ritiene ancora troppo giovane e il 9% invece preferisce lasciare il Tfr in azienda.
Ma c’è anche un problema di comunicazione se solo 6 milioni di lavoratori in Italia hanno una conoscenza perlomeno sufficiente della previdenza integrativa: tocca in primo luogo ai sindacati e ai datori di lavoro informare correttamente su una questione così importante, ma anche il governo può, e dovrebbe, fare la sua parte.

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