martedì 12 marzo 2013

Drastica riduzione dei pensionamenti nella scuola, precari a casa


2013-03-09 00:49:58
 di SERGIO SORELLA* - In questi giorni gli Uffici scolastici provinciali hanno pubblicato il numero del personale scolastico da collocare in pensione secondo le regole della riforma Fornero. 
 
Sono state rigettate molte domande, soprattutto della scuola dell’infanzia, poiché si è alzata l’età pensionabile a 66 anni per la pensione di vecchiaia ed a 62 per quella anticipata.
Il risultato è che rispetto ad una media superiore alle 300 unità di personale scolastico  che andava in pensione, c’è stata una drastica riduzione già a partire dallo scorso anno:  il 1° settembre 2012 solo 230, tra docenti ed ATA, hanno cessato l’attività lavorativa. Per il prossimo anno scolastico, invece, ci sarà una vera e propria sforbiciata. I pensionati della scuola in tutta la regione Molise saranno appena 82!
In più occasioni abbiamo denunciato una situazione insostenibile; ci sono insegnanti che sono stati beffati dalla riforma Fornero e sono costretti ad andare in pensione  5-6 anni dopo quello che avevano programmato con le regole precedenti Si tratta di un vero e proprio scippo attuato  con l’unico obiettivo di fare cassa penalizzando, ancora una volta, i lavoratori pubblici. Oltre al taglio di risorse e di organici, al blocco degli scatti d’anzianità e del contratto, alle continue vessazioni nei confronti del lavoro pubblico, si è aggiunta questa ulteriore vessazione. Un personale stanco e spesso demotivato per le condizioni in cui opera, non può certo garantire una scuola pubblica di qualità. A rimetterci saranno gli alunni delle scuole molisane.
Ecco la ripartizione  dei pensionamenti  dl personale docente ed ATA nella regione Molise dal 1° settembre 2013:  (tra parentesi i pensionati dell’anno scolastico 2011-12)
Infanzia
Primaria
Sec. I° grado
Sec. II° grado
ATA
Totale
Campobasso
6 (30)
13 (40)
7 (36)
8 (30)
16 (34)
50 (170)
Isernia
4 (4)
6 (17)
4 (12)
9 (14)
9 (13)
32 (60)
Totale
10 (34)
19 (57)
11 (48)
17 (44)
21 (47)
82 (230)

Con questi numeri le immissioni in ruolo (lo scorso anno furono solo 117 su 230 pensionati) sono fortemente a rischio e la stabilizzazione del personale precario sarà una vera chimera. La possibilità per i precari di vedersi riconfermato l’incarico, sarà ridotta in maniera rilevante. E’ urgente rimettere mano a questa situazione se, come si dice, si vuol investire sul futuro e sui giovani.
*segretario regionale FLC Cgil

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