Da:http://www.lastampa.it/2013/03/08/economia/finanza/finanza-personale/il-precariato-pesa-sulla-pensione-NEHDR5iqSs4JYMHdOE9rLL/pagina.html
A causa dei contratti precari, molti giovani versano contributi a intermittenza
Secondo una ricerca realizzata dal Censis per la Covip i giovani lavoratori sono alle prese con l'incubo di non avere tra qualche anno la pensione e di ritrovarsi in una situazione di ristrettezze economiche cosi' da dover integrare la pensione pubblica con qualche forma di risparmio.
I numeri
Il 34,3% degli intervistati ha paura di perdere il lavoro e non riuscire a versare i contributi, mentre il 32,7% ha paura di diventare precario e non riuscire piu' a versare i contributi in maniera continuativa ma solo saltuariamente. Gia' oggi infatti il 39,4% dei giovani lavoratori ha un percorso contributivo discontinuo a causa di lavori precari o impieghi senza versamenti pensionistici.
Non solo i giovani sono preoccupati per il loro futuro pensionistico, ma tutti i lavoratori italiani temono per il proprio futuro:1 lavoratore su 3 vorrebbe andare in pensione prima dei 60 anni
- solo il 3,7% ritiene che sia possibile andare in pensione prima dei 60 anni- il 24,7% teme che dovra' aspettare di compiere 70 anni prima di andare in pensione- oltre l'80% ritiene che dovra' aspettare almeno di avere 64 anni per smettere di lavorare- il 72% degli intervistati vorrebbe andare in pensione entro i 60- l'84% degli intervistati e' convinto che le regole sulla previdenza cambieranno- appena l'8,1% pensa che "finalmente" ci siano regole stabili del sul fronte pensione.
Difficolta' economiche
Regna quindi l'insicurezza, l'ansia e la paura nei lavoratori italiani che non hanno piu' certezza riguardo al loro stato pensionistico e sono sempre piu' preoccupati dall'idea di dover trascorrere una vecchiaia di ristrettezze economiche: infatti i lavoratori italiani credono che quando andranno in pensione riceveranno un assegno pari in media al 55% del proprio reddito attuale. - I giovani (18-34 anni) si aspettano un importo pari al 53,6% del proprio reddito- i lavoratori che ora hanno tra i 55 e i 64 anni si aspettano che l'assegno pensionistico arrivi al 60,1% del loro reddito da lavoro. - i dipendenti pubblici, piu' ottimisti, si aspettano un assegno pari al 62% del loro reddito a fronte del 55% atteso dai dipendenti privati e il 51% dagli autonomi.
I timori
In un momento come questo, di incertezze e crisi economica, sono in molti ad aver paura di perdere il posto di lavoro e di rimanere senza contribuzione: il 21,4% dei dipendenti pubblici teme di perdere il lavoro e di non riuscire a versare i contributi, il 24,1% di finire nel precariato e di poter versare i contributi solo in modo intermittente, il 21,3% ha paura di non avere abbastanza reddito per finanziare forme integrative della pensione pubblica.
E le pensioni complementari?
Riguardo, in particolare, alla previdenza complementare non ci sono pregiudizi ideologici visto che il 42% dei lavoratori considera il sistema previdenziale misto, fatto di pubblico (pensione di base) e privato (pensione complementare), come il piu' sicuro. Il 40% ritiene invece piu' affidabile il sistema pubblico, il 18% quello privato.
I numeri
Il 34,3% degli intervistati ha paura di perdere il lavoro e non riuscire a versare i contributi, mentre il 32,7% ha paura di diventare precario e non riuscire piu' a versare i contributi in maniera continuativa ma solo saltuariamente. Gia' oggi infatti il 39,4% dei giovani lavoratori ha un percorso contributivo discontinuo a causa di lavori precari o impieghi senza versamenti pensionistici.
Non solo i giovani sono preoccupati per il loro futuro pensionistico, ma tutti i lavoratori italiani temono per il proprio futuro:1 lavoratore su 3 vorrebbe andare in pensione prima dei 60 anni
- solo il 3,7% ritiene che sia possibile andare in pensione prima dei 60 anni- il 24,7% teme che dovra' aspettare di compiere 70 anni prima di andare in pensione- oltre l'80% ritiene che dovra' aspettare almeno di avere 64 anni per smettere di lavorare- il 72% degli intervistati vorrebbe andare in pensione entro i 60- l'84% degli intervistati e' convinto che le regole sulla previdenza cambieranno- appena l'8,1% pensa che "finalmente" ci siano regole stabili del sul fronte pensione.
Difficolta' economiche
Regna quindi l'insicurezza, l'ansia e la paura nei lavoratori italiani che non hanno piu' certezza riguardo al loro stato pensionistico e sono sempre piu' preoccupati dall'idea di dover trascorrere una vecchiaia di ristrettezze economiche: infatti i lavoratori italiani credono che quando andranno in pensione riceveranno un assegno pari in media al 55% del proprio reddito attuale. - I giovani (18-34 anni) si aspettano un importo pari al 53,6% del proprio reddito- i lavoratori che ora hanno tra i 55 e i 64 anni si aspettano che l'assegno pensionistico arrivi al 60,1% del loro reddito da lavoro. - i dipendenti pubblici, piu' ottimisti, si aspettano un assegno pari al 62% del loro reddito a fronte del 55% atteso dai dipendenti privati e il 51% dagli autonomi.
I timori
In un momento come questo, di incertezze e crisi economica, sono in molti ad aver paura di perdere il posto di lavoro e di rimanere senza contribuzione: il 21,4% dei dipendenti pubblici teme di perdere il lavoro e di non riuscire a versare i contributi, il 24,1% di finire nel precariato e di poter versare i contributi solo in modo intermittente, il 21,3% ha paura di non avere abbastanza reddito per finanziare forme integrative della pensione pubblica.
E le pensioni complementari?
Riguardo, in particolare, alla previdenza complementare non ci sono pregiudizi ideologici visto che il 42% dei lavoratori considera il sistema previdenziale misto, fatto di pubblico (pensione di base) e privato (pensione complementare), come il piu' sicuro. Il 40% ritiene invece piu' affidabile il sistema pubblico, il 18% quello privato.
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