lunedì 3 settembre 2012

Contribuzione IVS e diritti acquisiti



Un dipendente alla data del 31.12.1985 ha accantonato una contribuzione IVS pari a 17 anni e due mesi . Nel 1986 cambia lavoro ed è convinto che ormai la pensione IVS minima è raggiunta. Intraprende rapporti di collaborazione versando i contributi alla gestione separata. Nel 2009 chiede ed ottiene pensione VOAUT per la contribuzione gestione separata. Ora in settembre compie 65 anni ed ha chiesto all'inps di avviare la pratica di pensione di vecchiaia per i contributi di lavoro dipendente. L'inps ha risposto che deve raggiungere i 20 di contribuzione per cui deve lavorare come dipendente per ulteriori due/tre anni. La domanda: Non vale il principio del diritto acquisito? Al momento del cambiamento di lavoro aveva già superato il limite minimo dei 15 anni. Se non trova un lavoro, perde tutta la contribuzione? La totalizzazione non è ammessa?
Soluzione proposta:
nessuna
Risponde l'esperto:
In risposta al quesito posto, val la pena sottolineare il momento di particolare incertezza nel quale vengono a confrontarsi tutti gli operatori del settore: Consulenti del lavoro, Patronati, funzionari Inps. 
Stante l’incertezza, dalla lettura della  legge 22 dicembre 2011 n. 214 si evince la mancata abrogazione delle disposizioni previgenti in materia; da ciò ne consegue l’ampio spazio del contezioso che sull’argomento è andato via via sviluppandosi,  qualora  l’INPS neghi il riconoscimento dei requisiti pensionistici minimi per la pensione di vecchiaia,  come nel caso di specie.
Riporto come esempi  azioni già in atto della SPI e INCA CGIL di Genova, non solo,  anche altri Patronati stanno intervenendo a tutela di quelli che vengono definiti i “contributi silenti”, cioè quei contributi già versati ma che non raggiungono i  20 anni previsti dalla legge sopra citata.
Va anche precisato che  la circolare dell’INPS n. 35 del 14.03.2012 non chiarisce gli aspetti in questione, nemmeno per quel che riguarda la gestione separata, mentre relativamente alla “totalizzazione”, la stessa, se attivata, comporta una perdita del valore pensionistico come minimo del 30%.
Anche in questo caso il sindacato non può non essere critico nei confronti della gestione della materia ad opera dell’attuale  Ministro del Lavoro.  
F.to Roberto Sartore

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