domenica 26 agosto 2012

ESODATI: un sacrificio inutile!


da:http://www.aslacobas.it/esodati-un-sacrificio-inutile/

La riforma delle pensioni Monti/Fornerodeve buona parte della sua notorietà alla vicenda degli esodati.
L’allungamento dell’età pensionabile per oltre 400mila Lavoratori e Lavoratrici è stato e sarà un sacrificio inutile.
Infatti ora i nodi sono venuti al pettine!
Fino alla riforma l’accesso anticipato alla pensione avveniva  con la mobilità lunga,  con prepensionamenti  agevolati fiscalmente  e contributivamente  e con incentivi all’esodo, privilegiando il criterio di scelta della prossimità alla pensione nelle riduzioni di personale.
Il personale “anziano” (gli ultracinquantenni),oggi con la nuova norma, in genere più costoso, e talora nel “mirino” delle aziende, è stato così accompagnato anticipatamente e forzatamente alla pensione (di anzianità o di vecchiaia), o licenziato, e condannato, presumibilmente, al lavoro nero.
Sul versante del sistema previdenziale, all’opposto, il legislatore ha progressivamente ritardato il tempo del pensionamento, sia incoraggiando i lavoratori a proseguire nel rapporto di lavoro oltre l’età pensionabile, con correlativa estensione delle tutele contro il licenziamento; sia modificando in senso restrittivo i requisiti per l’accesso alla pensione di anzianità e di vecchiaia.
Ci troviamo davanti a un legislatore schizofrenico, con una doppia personalità, che sfoga sempre i propri disturbi sul lavoratore anziano (cui deve far pagare l’asserito “egoismo generazionale” degli anni passati), sia che lo condanni a una prematura espulsione dal mercato del lavoro, al pensionamento forzato, al lavoro nero, sia che lo costringa a lavorare quando già pregustava l’agognata pensione. Un legislatore che, oltretutto, non si rende conto e non calcola gli effetti delle proprie scelte: la mano destra non sa ciò che fa la sinistra.

Il governo tecnico, dovendo esibire ai mercati “sacrifici” immediati e “salvare l’Italia”, con l’omonima manovra approvata con il decreto legge che incorpora la riforma delle pensioni (art. 24, d.l. n. 201/2011), ha caricato a testa bassa e con il paraocchi, senza rendersi conto della dimensione biblica del fenomeno degli esodati.

Con la riforma della pensioni è stata soppressa la pensione di anzianità consentendosi in via transitoria il pensionamento sulla base delle vecchie regole soltanto a chi avesse già maturato determinati requisiti entro una certa data, senza più finestre scalini, scaloni. È stata poi introdotta la “pensione anticipata” legata, però, a requisiti ben più restrittivi, ed è stata anche elevata l’età pensionabile (l’età di accesso alla pensione di vecchiaia) al 66° anno di età, con ulteriori aumenti legati alla “speranza di vita” (ciò anche per le donne, ma dal gennaio del 2018).
Gli esodati sono perlopiù coloro che, proprio perché prossimi a maturare i requisiti per la pensione di anzianità, dopo un periodo coperto da ammortizzatori sociali (di fonte legale o convenzionale), hanno accettato (o dovuto accettare) la cessazione prematura del rapporto di lavoro, o sono stati addirittura licenziati, generalmente nell’ambito di procedure di riduzione del personale di aziende in crisi (ma non sempre), e che, per effetto della brutale e improvvisa soppressione della pensione di anzianità, cessato il periodo coperto da ammortizzatori sociali rimarranno senza lavoro e senza  pensione.
Gli esodati sono i naufraghi “anziani” del sistema produttivo che sono stati buttati giù da barconi affollati perché più o meno prossimi a raggiungere la zattera previdenziale. Dopo il tuffo in ordine sparso il legislatore, imbarcato qualcuno, ha fatto sparire la zattera, e i naufraghi annaspano in mare aperto esausti e senza salvagente. I tecnici al governo, richiamati dalle urla, devono ora soccorrerli (“salvaguardarli”), ma non sanno nemmeno bene quanti sono, non hanno abbastanza scialuppe per andarli a recuperare tutti e vorrebbero rispedirli sui barconi.
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PENSIONATI DIRITTI

(Riunisce la voce delle Istituzioni ed il parere di qualificati esperti in tema di PENSIONI)