sabato 20 aprile 2013

Riforma Cassa ragionieri, scatta il semaforo verde

Da:http://www.ragionierieprevidenza.it/cpro/ControllerRedirect.do?fnzCod=CPFRRARV&rivPrg=325&artPrg=1935&rivCor=325
La delibera del fondo previdenziale: pensione di vecchiaia agevolata per chi ha 70 anni e sceglie di cessare l’attività. Previsto anche l’aumento dei requisiti d’età e dei contributi. “Dimostriamo l’utilità degli ordini".
Carlo Mancino
La Cassa ragionieri vara una misura straordinaria adottata in via d’urgenza, in attesa della riforma complessiva del sistema prevista dal decreto salva Italia. Verrà sottoposta al prossimo Comitato dei delegati. Si tratta di una nuova tipologia di pensione definita “pensione di vecchiaia agevolata in favore degli iscritti cessati”. Sulla “Gazzetta Ufficiale” 199 del 27 agosto è stato pubblicato il comunicato relativo alla nota ministeriale relativa all’approvazione di concerto con il ministero dell’Economia e delle finanze della deliberazione dell’8 giugno 2012 adottata dallo stesso Comitato dei delegati della Cassa dei ragionieri e dei periti commerciali (Cnpr), relativa a modifiche apportate al proprio regolamento di esecuzione. In particolare gli articoli 48, 49 e 51 del regolamento di esecuzione variano i requisiti di accesso alla pensione. Dal 1 luglio 2012 gli iscritti all’Associazione prima del 2004, che abbiano compiuto 70 anni di età con almeno 25 anni di effettiva iscrizione e contribuzione e che cessino (o siano cessati) dall’iscrizione, maturano il diritto alla pensione. Per coloro iscritti al 31 dicembre 1991 l’anzianità venticinquennale resta confermata a venti anni. La prestazione decorrerà a domanda dal primo giorno del mese successivo a quello di prestazione dell’istanza. Nasce quindi la pensione di vecchiaia agevolata in favore degli iscritti cessati: rispetto a prima è che i 70enni possono conseguire la pensione di vecchiaia solo a seguito della cessazione dell’attività professionale. Ne consegue che la pensione di vecchiaia liquidata a favore degli iscritti alla data del 31 dicembre 2003 rimane possibile solo al compimento del 65esimo anno di età con almeno trenta anni complessivi di effettiva iscrizione e contribuzione. Anche in questo caso la pensione è corrisposta a domanda e decorrerà dal primo giorno del mese successivo a quello di prestazione della stessa. La delibera costituisce una misura straordinaria adottata in via d’urgenza in attesa della riforma complessiva del sistema prevista dal decreto salva Italia, per assicurare l’equilibrio di lungo periodo sarà discussa e votata a settembre dove è prevista una elevazione dei requisiti di età e di contribuzione per il conseguimento della pensione dì vecchiaia. La Riforma Monti-Fornero ha infatti previsto che le Casse previdenziali privatizzate dovranno adottare entro il 30 settembre misure volte ad assicurare l’equilibrio tra entrate contributive e spesa per prestazioni pensionistiche secondo bilanci tecnici riferiti a un arco temporale di cinquanta anni. In caso contrario, con decorrenza retroattiva al primo gennaio si applicherà il sistema contributivo pro-rata per tutti gli iscritti con riferimento alle anzianità contributive maturate da tale data, nonché un contributo di solidarietà per gli anni 2012 e 2013 a carico dei pensionati nella misura dell’1 per cento.
Ipotesi accorpamenti.
“Dobbiamo valutare l’effetto sulle casse del nuovo regime di incompatibilità”. Al presidente della Cassa dei ragionieri Paolo Saltarelli la riforma piace, anche se per lui resta un punto da chiarire. “Questa riforma arriva dopo anni di chiacchiere e dimostra l’utilità degli ordini spesso considerati solo organismi corporativi - spiega Saltarelli -. Siamo soddisfatti che alle casse sia stata riconosciuta anche la possibilità di negoziare l’assicurazione divenuta ormai obbligatoria”. Saltarelli non si preoccupa dell’assenza di un contestuale obbligo per l’assicuratore di stipulare la clausola. Punto sul quale il presidente del Cup, Marina Calderone, si è impegnata a chiedere al Governo uno strumento che superi il problema. “Per quello che ci riguarda abbiamo già una convenzione in atto, benché siamo considerati tra i “clienti” più a rischio. E, grazie alle nuove norme - sottolinea il presidente - possiamo metterla a disposizione di tutti i nostri iscritti”. Difficile al momento fare una previsione su quali saranno le ricadute pratiche della riforma disegnata dal Dpr professioni licenziato ieri dal Consiglio dei ministri.
Ma certo, c’è un’incognita, che non riguarda solo i ragionieri o i commercialisti ma tutti gli ordini e che potrebbe avere un certo peso. Il regolamento non prevede un’elencazione per singole attività delle incompatibilità “controindicate” per lo svolgimento della professione. Si tratta di una genericità della formulazione - afferma Saltarelli - che potrebbe avere un impatto sulle casse se la norma venisse interpretata come il via libera anche all’iscrizione a più albi.
“Il mio timore - spiega Saltarelli - è che si potrebbe andare verso la possibilità di fare accorpamenti tra professionisti pensando di potenziare la sostenibilità delle casse”. Quello che Saltarelli vorrebbe - pur accettando la separazione delle casse tra ragionieri e commercialisti - è trovare ruoli differenziati per le due professioni. “Si sa che per sposarsi bisogna essere in due mentre per separarsi basta uno - confessa Paola Saltarelli - ma visto che ora con i colleghi commercialisti siamo dei separati in una casa comune perché, di fatto, facciamo le stesse cose, sarebbe bene trovare una “mission” che ci contaddistingua e degli obiettivi specifici”. I commercialisti, come il resto delle Casse di previdenza, cercano di vincere la sfida della sostenibilità a 50 anni. I ragionieri, dopo dieci anni, potrebbero dunque varare la loro riforma dopo il prossimo Comitato dei delegati.
Razionalizzazione dei costi.
“Il tema della riduzione dei costi delle casse di previdenza è cruciale. In un periodo in cui anche lo Stato italiano sta facendo una “cura dimagrante”, è giusto che i fondi pensionistici privati si apprestino a razionalizzare i costi. Non che riducendoli si guadagni molto in sostenibilità di lungo periodo, però è doveroso dare un contributo”, ha ribadito il presidente della Cassa Nazionale di Previdenza dei Ragionieri.
“In questo momento – ha continuato Saltarelli - si percorrono due strade: la prima riguarda i compensi dei consigli di amministrazione e la duplicazione degli organi.
Si tratta di situazioni delicate e differenziate che vanno trattate singolarmente da ogni cassa. Per ciò che invece concerne le pensioni agli iscritti, nessuno di noi conosce gli andamenti della demografia soprattutto in archi temporali di cinquant’anni: la mia certezza è che condividere strutture tra alcuni fondi o unirsi può essere la scelta giusta.
Posso comprendere che ci siano posizioni personali a difesa delle autonomie, ma credo che l’unica cosa che debba essere tutelata all’interno del sistema pensionistico è la stessa previdenza, e nient’altro”.
Infine, il tema della spending review per gli enti pensionistici. “Noi ragionieri – ha spiegato il numero uno dell’ente – l’abbiamo già messa in campo, il cda ha affidato un incarico al nostro interno (e quindi senza ulteriori costi) per fare un esame di quelle che sono le aree critiche dove si possa fare razionalizzazione ed efficienza delle spese. È un lavoro di analisi che si concluderà a ottobre, e che poi lascerà spazio alle attività conseguenti rispetto a ciò che emergerà. Ma voglio sottolineare che già da tempo la Cnpr ha una grande attenzione ai costi. Nel 2012 abbiamo abbassato i tetti per i rimborsi e le spese dei consiglieri e dei delegati e abbiamo gettoni di presenza tra i meno elevati del settore”.

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