martedì 9 ottobre 2012

Pensioni Un altro giro di vite

Da:http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/rassegna_stampa/ocr/2012100822815595.txt
Pensioni Un altro giro di vite 
Età e conti: ecco cosa cambia 

DI ROBERTO E. BAGNOLI E DOMENICO COMEGNA 

Dal 2013 pensioni 
più avare e più lontane. II primo gennaio entrano in vigore i nuovi coefficienti di calcolo (-3/4%) da applicare al montante dei contributi e il requisito temporale slitta in avanti di tre mesi, per rincorrere quelle statistiche di aspettativa di vita più lunga che d'ora in poi guideranno il mondo previdenziale pubblico. I conti e i meccanismi delle novità. ALLE PAGINE 22 E 23 

Previdenza/1 Altro giro di vite. I giovani rischiano di lasciare a 70 anni 

Riforma continua 
Pensioni, in arrivo 
nuovi aggiustamenti 
Dal 2013 debutta l'agganciamento alle speranze di vita Tre mesi di lavoro in più e coefficienti ridotti del 3-4% 

Tagli dal 2% al 4% nei coefficienti di calcolo della pensione 

3 mesi in •iù 

di lavoro nel 2013 per poter avere la pensione di anzianità o vecchiaia 

DI ROBERTO E. BAGNOLI 

più avara e più lontana. Perché il vitalizio sarà più basso, in media del 3%. E per avere la pensione si dovrà lavorare almeno tre mesi in più. Ecco le novità — tutte improntate all'austerity — che scatteranno il primo gennaio 2013 sul fronte previdenziale. La causa è il meccanismo che adegua alle aspettative di vita i coefficienti di trasformazione in rendita e i requisiti di età. Le simulazioni sono state realizzate dalla società indipendente di consulenza in educazione e pianificazione finanziaria Progetica. «Con questo sistema — spiega Andrea Carbone, partner di Progetica — a partire dal primo gennaio 2013 il quando e il quanto della pensione sa

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ranno agganciati in modo automatico alle statistiche sulla vita media. L'adeguamento sarà triennale sino al 2019, e successivamente diventerà biennale». L'adeguamento dei coefficienti si applica al sistema contributivo (che si basa sui contributi versati durante l'intera vita lavorativa) e riguarda, in tutto o in parte, tutti i lavoratori. Con la riforma Monti-Fornero, infatti, il contributivo è stato esteso a tutti per il periodo successivo al primo gennaio 2012. «Il sistema pensionistico deve tener conto dell'allungamento dell'aspettativa di vita — sostiene Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza —. Altrimenti non è più sostenibile dal punto di vista finanziario». 
I punti La prima novità riguarda i coefficienti di trasformazione: le percentuali, cioè, che applicate al montante contributivo (la somma dei contributi accantonati) determinano la sua pensione. La tabella mostra i valori originari, quelli scattati nel 2010 e quelli che saranno adottati il primo gennaio dell'anno prossimo. Così, per esempio, per ogni 100 mila euro di montante, un sessantacinquenne riceverà 5.440 euro l'anno contro i 5.620 attuali e i 6.140 cui aveva diritto sino al 2009. «Il primo taglio era stato più brusco perché si riferiva a un periodo più lungo, mentre 

o 

L'ultima sforbiciata 

il prossimo sarà più contenuto — spiega Carbone —. Con l'allungamento della vita lavorativa previsto dalla riforma Monti-Fornero, anche nel sistema Inps sono stati previsti coefficienti propri anche per i lavoratori con più di sessantacinque anni. In questi casi, in precedenza venivano applicati quelli, più bassi, adottati per i sessantacinquenni: i coefficienti dai 65 ai 70 esistevano già per altre casse previdenziali, e nella tabella sono stati riportati per completezza di confronto». Dal primo gennaio, inoltre, si staccherà più tardi, a causa dell'adeguamento dell'età pensionabile all'allungamento della speranza di vita. «Per il primo incremento è stato applicato il limite massimo di tre mesi — spiega Carbone —. Anche se la vita media è aumentata di circa cinque». Così, per esempio, dal primo gennaio 2013 un dipendente potrà staccare a 66 anni e tre mesi per avere la pensione di vecchiaia (rispetto ai 66 sufficienti sino al 31 dicembre prossimo) e una lavoratrice dipendente a 62 anni e tre mesi (le autonome addirittura a 63 anni e 9 mesi). Per quella di anzianità, invece, ci vorranno 42 anni e cinque mesi, contro gli attuali requisiti di 42 anni e un mese per gli uomini (un anno in meno per le donne). Sino al 31 dicembre 2015, per le donne rimarrà la possibilità di andare in pensioLa nuova riduzione dei coefficienti di calcolo della pensione contributiva 
Andamento coefficienti di trasformazione in rendita 
ne con 57-58 anni di età (rispettivamente per dipendenti e autonome) e 35 di contributi: in questo caso, però, il vitalizio sarà calcolato tutto con il contributivo. 

I limiti «La Monti-Fornero ha introdotto per i soli lavoratori che hanno cominciato dal 1996 una condizione aggiuntiva per il requisito di vecchiaia e un secondo requisito di pensione anticipata», spiega Carbone. Per avere la pensione di vecchiaia, l'assegno dovrà essere pari a 1,5 volte la sociale, che per il 2012 è di 5.577 euro. Se non accade, l'alternativa è pesante: staccare a settant'anni, con almeno cinque di contributi. Per il secondo requisito di pensione anticipata (63 anni e 3 mesi con 20 di contributi nel 2013), l'assegno dovrà essere almeno pari a 2,8 volte la sociale. Sono novità sinora poco considerate, che interesseranno pochissimi fra i pensionati del 2013, ma con cui bisognerà cominciare a fare i conti. La tabella mostra i montanti stimati, rispettivamente 148.746 e 306.549 euro, che sono necessari per ottenere questo requisito. «Con scenari di questo tipo — sottolinea Corbello — è impensabile che, sempre più spesso, siano espulsi dal sistema produttivo gli ultracinquantenni, che per ottenere pensioni adeguate dovrebbero invece lavorare ancora a lungo». 

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